SOTTOSOPRA CASTELFRANCO

Una scelta alernativa che abbraccia il mondo che cambia

La lingua cambia. E con lei, cambia il mondo che racconta: si evolve, si ribella, si adatta, e spesso anticipa trasformazioni culturali e sociali. In questo senso, parlare di linguaggio significa anche parlare di inclusione, di rappresentazione, di possibilità.

Dentro al percorso di rebranding di Sottosopra, dove le lettere si fanno forma e le forme si fanno messaggio, ci siamo chiestз: e se anche il linguaggio potesse trasformarsi in uno spazio più inclusivo, più aperto, più nostro?

Un nuovo linguaggio inclusivo

È da qui che parte il nuovo linguaggio inclusivo di Sottosopra: una serie di glifi, segni grafici, piccole invenzioni visive pensate per esplorare alternative al “maschile maiestatis”, imperante nella lingua italiana.

Questi glifi non sono decorazioni casuali: nascono da lettere già esistenti, rielaborate per suggerire nuove possibilità espressive. 

Vengono applicati alle desinenze delle parole – dove il genere si manifesta in modo più marcato – e agli articoli, proprio là dove la lingua italiana impone il maschile come forma sovraestesa. Spesso compaiono al centro della parola, come una frattura, un’apertura, un invito a immaginare oltre i limiti del binarismo.

Una grammatica visiva che non pretende di avere tutte le risposte, ma che prova a fare nuove domande.
Non per correggere, ma per aprire. O, meglio ancora: per allargare.

E quando non basta? Un glifo espansivo per ciò che non si può definire

Ci sono esperienze, identità, stati dell’essere che sfuggono a ogni definizione. E forse è giusto così.

Per questo abbiamo creato un glifo aperto, fluido, espansivo: le due S di Sottosopra intrecciate a formare un cuore. Un segno accogliente, capace di includere l’indefinibile.

Un simbolo che accompagnerà, nel corso di questo 2025, tutte le attività e gli eventi in cui «Sottosopra è Sostenibile e Safe», per rendere visibile e riconoscibile l’impegno per una collettività sostenibile, sicura e inclusiva.

Ma il linguaggio non vive solo nei simboli. Vive nelle ceramiche modellate dai più piccolз nei laboratori, nella cura per chi attraversa il festival, nella scelta di rifiutare ogni forma di esclusione.
Vive nelle relazioni, nei gesti quotidiani, nelle parole che scegliamo di usare e in quelle che scegliamo di inventare.

Perché la lingua, come la collettività, è viva. E si costruisce insieme.

Un progetto in itinere

Non abbiamo finito. Stiamo iniziando. E questa nuova forma di comunicazione è solo l’inizio di un percorso che ci porterà a esplorare storie e strumenti.
Intanto, qui, proviamo a lasciare delle tracce: un cuore-glifo, uno spazio sicuro, un’intenzione.

E come ci raccontava Vera Gheno, ospite dell’edizione 2024 di Sottosopra, “il linguaggio conta e influenza la realtà”.

E noi vogliamo provarci e influenzarci, ancora, ancora, ancora.

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